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In Italia come al solito non c’è corrispondenza tra allevamento professionale per la legge e per l’Enci, che è l’ente preposto a stabilire le regole della cinofilia.
Allevatori professionali e amatoriali
Per la legge italiana gli allevatori si dividono in professionali e amatoriali.
Che differenza c’è tra i due? Vediamo un po’ di fare chiarezza.
Gli allevatori professionali sono:
Imprenditori agricoli
Soggetti a partita IVA,
Soggetti alla dichiarazione di carico/scarico degli animali
Soggetti ai controlli della USL sulla struttura.
Devono possedere più di 5 fattrici.
Devono produrre più di 30 cuccioli l’anno.
Il reddito principale dell’allevamento deve provenire dalla vendita dei cuccioli o dalle monte o affini.
Gli allevatori amatoriali invece:
Considerano l’allevamento come hobby.
Il loro reddito deriva da altra attività o professione che nulla ha a che fare con l’allevamento.
Non hanno obbligo di dichiarare nulla se riescono a dimostrare che le spese superano gli introiti.
Non possono possedere più di 4 fattrici
Non possono produrre più di 30 cuccioli in un anno.
Purtroppo come spesso succede in Italia molti cercano di raggirare la legge e producono più cuccioli senza dichiararli!
Per l’Enci invece chi può essere definito allevatore professionale?
L’allevatore professionale è colui che ha l’affisso.
L’affisso
E che cos’è l’affisso?
L’ affisso è uno status che l’Enci rilascia all’allevatore e che gli permette di autenticare e identificare i cani come propri.
Facciamo un esempio per aiutarvi meglio a comprendere questo complesso meccanismo.
Quando prendete un cucciolo subito avrete voglia di dargli un nome che lo identifichi come vostro.
L’allevatore oltre che a dargli il nome può anche dargli il cognome e così identificherà sia quel cane che tutta la stirpe come proveniente dal suo allevamento.
Subito chi acquisterà un soggetto con quell’affisso riconoscerà il lavoro e la dedizione di quell’allevatore.
Per essere titolari di affisso bisogna:
Avere almeno due fattrici della stessa razza
Produrre e iscrivere nei libri genealogici almeno due cucciolate provenienti da dette fattrici.
Sottoscrivere il codice etico dell’allevatore.
Non aver subito condanne penali per maltrattamento cani.
Come avete potuto evincere ci sono grandi differenze tra le due posizioni.
L’importante è svolgere con professionalità e serietà il proprio lavoro.
Quale sarà la nostra scelta?
Ne saprete di più nel prossimo articolo che pubblicheremo venerdì 8 maggio.
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